“…Consideratelo pure un coinvolgente affresco d’autunnale introspezione su policarbonato il debutto dei Fiori di Cadillac: psichedelia carezzevole e inquieta al contempo, la loro, commista a sussurri prog che svolazzano a pochi centimetri dal post-rock più chiaroscurale e un approccio cantautoriale al limite dell’implosione emotiva. Il quartetto campano muove dalle oscillazioni umorali dei Radiohead (Oggi non è settembre, Finchè dormi, Canzone in scatola) per sprigionare al meglio il proprio talento compositivo, di respiro internazionale per immaginifica versatilità strumentale (le suggestioni progressive di Fuori nevica e quelle indie-folk di Prima) e di maestria tutta italiana nel disegnare a parole un inafferrabile “Altrove”. Un’opera prima di sommessa bellezza e accademica crepuscolarità…” (Antonio Belmonte, Rumore)